Lo yoga nella vita: diciamo che stare sul tappetino è spesso più facile, anche nelle posizioni più complesse, che stare nel mondo.
Fare la pratica sul tappetino, meditare, sono solo degli aspetti. Ed è una parte molto ristretta rispetto a tutto il resto.
Yoga è unione nel senso che permea tutta l’esistenza.
Quello che ci mette alla prova nell’esistenza sono le difficoltà e le relazioni, le onde che possiamo cavalcare se sono alte o pazientare che salgano quando il mare è piatto.
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Fai yoga anche quando vai a lavoro, nel modo in cui conduci il tuo lavoro e ti relazioni con colleghi-e/dipendenti/collaboratori. Fai yoga quando acquisti e non acquisti. Fai yoga quando parli e quando non parli. Fai yoga nel modo in cui agisci o non agisci.
Campion* di yoga sul tappetino ma prepotenti nella vita?
Sì può succedere, magari ci riconosciamo noi stess*, a momenti, nell’essere distanti da una coerenza tra modo di essere fuori e dentro la pratica formale. Ci viene ancora in aiuto un atteggiamento yogico di accettazione e non giudizio. Ripartiamo da lì, troviamo la presenza in ogni aspetto del quotidiano per darci il tempo di scegliere come agire nel mondo.
Anche quando non siamo noi, ma troviamo nell’altro -praticante/insegnante o chiunque- un modo di fare prevaricatore, ripartiamo dall’osservazione. Sentiamo come ci fa sentire questo comportamento e diamoci il tempo, respiriamo, così da non reagire ma trovare una strada adeguata alla situazione che si è creata.
Questo ci permette di scegliere e non di subire le emozioni nostre o altrui. Possiamo capire se e come affrontare un discorso, se agire o non agire. Diventiamo più protagonist* di una scelta reale e non solo apparente, proprio dandoci il tempo di respirare e osservare con sguardo aperto e privo di pregiudizio.
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